Può la composizione occuparsi degli scenari contemporanei della grande dimensione territoriale? E possibile che la composizione operi al di là della propria a-storicità e del proprio sistema di regole che normalmente prescinde dalle realtà contingenti? Questa ricerca va oltre quegli spazi urbani e periferici della grande città - ormai saturi di letteratura - e si occupa dell'entità -territorio, costituita da disseminazioni di centri di piccola o media importanza, una realtà alternativa alla città . Qui finalmente abbiamo trovato un campo di riflessione ideale perchè questi spazi non solo non temono la contemporaneità ma la attendono e quindi si propongono come contesto esaltato del nostro tempo. A partire dal superamento dell'idea di continuo, su cui si è retta la concezione spaziale fino al Novecento, questa ricerca indaga la condizione strutturale del territorio e promuove una lettura per concatenazioni di spazi contigui e dipendenti. Da qui lentamente si genera l'idea di campo, uno spazio che è interno a questa concatenazione, su cui si sperimenta la possibilità compositiva della collocazione che regola la «disposizione delle cose isolate». L'insieme disperso dei campi potrebbe essere il rinnovato sistema di capisaldi della grande scala territoriale, le nuove coordinate della forma agri et urbis. Il progetto di architettura potrebbe riscoprire dunque un dominio teorico ed applicativo insieme che si trova tra manufatto architettonico e territorio. Si costituisce allora la possibilità compositiva nella grande scala territoriale. In conclusione questa ricerca indaga l'indeterminatezza, il carattere che proviene - come insegna Musil - dalle cose esatte. Secondo una relazione quasi matematica, nell'entità -territorio le precisioni dei recinti e delle architetture produce quella condizione vaga ed imprecisa dei suoli, dei campi, di tutto ciò che è intorno.
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VAN01@Biblioteca del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale
