I tentativi di trapianto della class action al di fuori del suo contesto di origine nordamericano hanno avuto per lo più modesta fortuna e non di rado sono andati incontro a crisi di rigetto.
[...]
Gli adattamenti operati dai legislatori al fine di innestare tale figura nei singoli sistemi processuali, unitamente alle resistenze culturali opposte dai giuristi municipali, hanno generalmente finito con lo snaturare il modello che ci si proponeva di imitare. Eppure, nei mercati digitali si avverte più che mai l’esigenza di meccanismi di collective redress efficaci ed efficienti, sì da non vanificare le potenzialità insite nel private enforcement dei diritti di quanti rischiano di essere prevaricati dai Big Tech giants. Si colgono peraltro segnali incoraggianti, come l’introduzione dell’azione di classe nel codice di procedura civile italiano, senza trascurare l’attivismo delle istituzioni eurounitarie che, pur con qualche cautela, si sono mosse per incentivare forme più incisive di aggregazione delle pretese individuali dei consumatori. In uno scenario ancora magmatico gli studiosi che hanno contribuito al presente volume, muovendosi in un’ottica comparatistica e attenta alla dimensione globale del fenomeno, non solo ricostruiscono lo stato dell’arte, ma delineano altresì le tendenze evolutive di istituti con i quali occorre fare i conti un po’ dovunque e che possono avere un ruolo significativo anche nei sistemi di Civil Law. Le riflessioni degli autori sono accompagnate da una corposa appendice in cui trovano posto le misure legislative adottate in materia negli Stati Uniti, in Italia e in altri ordinamenti europei ed extraeuropei.
Lo trovi in
Scheda
Links
VAN00@Biblioteca del Dipartimento di Giurisprudenza