Dopo un lungo dibattito che ha visto per anni la dottrina dividersi soprattutto sulla natura giuridica dell'istituto, la particolare tenuità del fatto è divenuta "regola per l'esercizio dell'azione penale" anche nel rito "ordinario", cioè al di fuori dei contesti limitati, ratione personae o ratione mareriae, del processo minorile e del c.d. giudizio "di pace".
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Il d.lgs. 16 marzo 2015, n. 28, nell'adempiere alla delega conferita attraverso la legge 28 aprile 2014, n. 67, ha profondamente inciso sugli equilibri della giustizia penale. La nuova causa di non punibilità per particolare tenuità è venuta ad inserirsi nel procedimento attraverso diversi punti di innesto: il legislatore delegato, escludendo la strada dell'integrazione del catalogo delle declamatorie immediate ex art. 129 c.p.p., ne ha fatto una clausola rilevabile e dichiarabile a partire dalla fase delle indagini preliminari, non disdegnando di sfruttare appieno le capacità deflative dell'istituto. Il volume propone una panoramica delle questioni più rilevanti sorte a seguito dell'entrata in vigore della novella - peraltro senza un regime transitorio specifico - soprattutto in ragione di certi "punti deboli" nel coordinamento tra il nuovo istituto, la previgente disciplina e alcuni principi fondamentali del processo penale.
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VAN00@Biblioteca del Dipartimento di Giurisprudenza