Il titolo di questo libro viene da un passo dello Zibaldone leopardiano. Come non di rado accade, proprio i letterati, magari geni appartati ma uomini del loro tempo nel senso più profondo, colgono il processo storico anche nelle sue piegature più recondite, anche quando esso diventa storia giuridica.
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L'Ottocento si delinea dunque come "secolo legislativo", condizionato, in Europa continentale, da un'idea di diritto indissolubilmente legata alla norma scritta di provenienza statale. Il secolo si apre col Code Napoléon (1804) e l'ABGB (codice civile generale austriaco, 1811), e suo conclusivo sigillo giuridico sarà il BGB (codice civile tedesco, 1900). I due prototipi originari, ancor oggi, seppur modificati, diritto vigente nei rispettivi Paesi, tracciano le linee complesse del modello otto-novecentesco di codificazione. Allo scoccare del nuovo secolo, il XXI, il sistema delle fonti normative europee, e gli attrezzi consueti del giurista continentale, sembrano divenire desueti. Il problema degli strumenti legislativi, il loro percorso storico, il ruolo fondante della cultura giuridica europea, sono i perni indispensabili su cui agganciare il ragionamento giuridico del prossimo futuro.
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VAN04@Biblioteca del Dipartimento di Scienze politiche