Il mondo contemporaneo si è definitivamente liberato della guerra. Le azioni militari sono state sostituite dalle operazioni di polizia internazionale o, addirittura, operazioni “umanitarie” con l’unico, improbabile, obiettivo di proteggere la popolazione civile e di esportare la democrazia. L’altro meccanismo per superare l’orrore della guerra è rappresentato, invece, dalla rimozione collettiva.
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La guerra in Somalia appartiene a questa seconda categoria, quella delle guerre dimenticate. In Somalia, oramai da 15 anni, regna l’anarchia assoluta, sebbene governi fantasma, creazioni della comunità internazionale, fragilissimi e senza alcuna possibilità concreta di operare, si succedano con una certa frequenza. Questo saggio approfondisce il conflitto somalo cercando di allargare il campo e d’indagare gli aspetti, storici, geografici, culturali, sociali, giuridici, economici e politici. Si cerca d’individuare le possibili cause del conflitto o, perlomeno, quegli elementi, sia interni che esterni, in grado d'influenzarlo, di potenziarlo e/o di trasformarlo. Probabilmente, nello snaturamento del clanismo e nell’imposizione di un’unificazione forzata, tra la Somalia italiana ed il British Somaliland, sono da ricercare i maggiori responsabili della devastante situazione attuale.
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VAN04@Biblioteca del Dipartimento di Scienze politiche