L’espansione della colpa, in particolare della colpa in contesti plurisoggettivi, è un fenomeno profondamente contemporaneo. Non c’è campo che non sia disciplinato, fin nei dettagli, da regole tecniche di condotta, la cui violazione innesca una responsabilità, spesso penale.
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Ma altresì non c’è settore della vita associata in cui il raggiungimento di un obbiettivo socialmente meritevole non dipenda dalla collaborazione tra più persone. Nei contesti economici la figura, codicistica e al contempo anacronistica, dell’imprenditore si è frammentata da tempo in una pluralità di centri di decisione e di centri di conoscenza a supporto dei primi ; ma più in radice e in generale non vi è bene o servizio minimamente composito che non rappresenti il frutto di un approccio integrato di più soggetti, ciascuno dei quali esposto a variegate tipologie di errore con esiti dannosi. Si pensi all’interazione necessaria tra programmatori, sviluppatori e collaudatori di prodotti basati sull’impiego di algoritmi (per la diagnostica per immagini o per il controllo del traffico aereo o per l’assistenza alla guida di autoveicoli e così via). Siamo dunque al tempo in cui può dirsi tramontata la dimensione individualistica dell’errore, tanto nell’ambito imprenditoriale che in quello professionale, e cresce invece, ponendosi al centro della riflessione del penalista, l’errore organizzativo.
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