Il volume mira ad analizzare, con esclusivo riferimento al contesto del settore privato, un tema classico del diritto del lavoro – la “giusta retribuzione” così com’è declinata nell’art. 36, c. 1, Cost.
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in termini di proporzionalità e sufficienza – in una fase, come quella attuale, in cui l’impoverimento di un numero sempre maggiore di lavoratori e l’ampliamento delle diseguaglianze sociali causati dalla profonda crisi economica hanno enfatizzato i noti limiti insiti negli strumenti di attuazione della norma costituzionale: da un lato, la limitata efficacia soggettiva dei contratti collettivi e la loro proliferazione sganciata da ragionevoli criteri di selezione dei loro autori; da un altro lato, il soggettivismo che inevitabilmente caratterizza la pur straordinaria operazione con cui da anni la giurisprudenza ha attualizzato i principi costituzionali. Prendendo le mosse dall’influenza dell’art. 36, c. 1, Cost. sull’autonomia negoziale privata e dal suo rapporto con il principio di corrispettività nel contratto di lavoro, l’indagine tende a focalizzare la rilevanza dei principi costituzionali in relazione alle specificità che emergono nei principali contratti di lavoro flessibile, passando quindi ad analizzare in che modo la giusta retribuzione sia stata determinata dalla giurisprudenza e se e come possa essere garantita a tutti – specialmente ai lavoratori più fragili e marginali – mediante un eventuale intervento del legislatore.
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