L’opera raccoglie per la prima volta l’intera tradizione letteraria che riguarda la leggenda della Papessa Giovanna e quella della verifica della mascolinità, alla quale avrebbe dovuto sottostare ogni pontefice dopo la sua elezione, dalla più antica notizia sulla Papessa, del domenicano Giovanni di Mailly (1250-1254), fino al 1500.
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Si tratta di centonove testimonianze letterarie, centunono delle quali dipendono, direttamente o indirettamente, dalla notizia sulla Papessa tràdita dal Chronicon pontificum et imperatorum del domenicano Martino Polono: tra queste anche la biografia che Giovanni Boccaccio ha dedicato alla Papessa nel suo celebre De mulieribus claris. I testi sono qui presentati in originale (latino, greco, lingue vernacolari medievali [catalano, francese, italiano, medio-tedesco, medio-neerlandese]) e in traduzione italiana e sono accompagnati da un ampio commento codicologico-letterario.
L’antologia è preceduta dai due testi (Anonimo Salernitano, lettera Pax in terra di Leone IX) che trattano della leggenda del patriarca donna di Costantinopoli, e termina con la discussione delle notizie apocrife sulla Papessa che troviamo inserite in edizioni cinquecentesche di opere cronachistiche dei secoli XI-XII (Sigeberto di Gembloux, Ottone di Frisinga, Goffredo da Viterbo, Gervasio di Tilbury ecc.).
Un ampio studio introduttivo riassume i risultati ottenuti nei singoli commenti e suggerisce nuove interpretazioni sull’origine e l’evoluzione di ambedue queste celebri leggende, i cui dati sono presentati sinteticamente in (23) tabelle testuali e numeriche. Il ricco corredo di 124 illustrazioni permette di osservare come la storia di questo straordinario «nuovo pontificato» è stata scritta nei codici, come la Papessa è stata rappresentata visivamente, con un suo ritratto o mentre partorisce, e con quali modalità la sua biografia è stata oggetto di interventi censorî da parte di lettori di incunaboli o di antiche edizioni a stampa.
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