A partire dalla seconda metà dell'Ottocento, le discussioni intorno alla natura femminile, alla collocazione della donna in società e al rapporto fra i sessi si fecero sempre più frequenti.
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All'interno della cultura scientifica positivista la caratterizzazione psichica e morale dell'individuo veniva fatta derivare dalla sua struttura anatomo-biologica: le nascenti scienze umane veicolarono dunque l'immagine di una femminilità legittima solo se commisurata alle funzioni naturali inscritte nel corpo della donna. In questo contesto, una formidabile eco ebbe l'opera di Cesare Lombroso. Obiettivo del volume è allora quello di ripercorrere l'eredità lombrosiana circa la normalità e la devianza femminili tanto nella riflessione teorica, quanto nei dispositivi normativi dall'ultimo decennio dell'Ottocento fino all'Italia repubblicana.
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VAN00@Biblioteca del Dipartimento di Giurisprudenza