Il tema delle facoltà processuali spettanti alla persona offesa dal reato è stato alla base - anche sulla scia della normazione di fonte europea - di alcuni dei più rilevanti interventi riformatori operati da parte del legislatore in questi ultimi anni e ha trovato i suoi approdi più importanti nel d.lgs. 15 dicembre 2015, n.
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212 (contenente il parziale recepimento della direttiva europea 2012/29/UE), nella l. 19 luglio 2019, n. 69 (contenente il cosiddetto “codice rosso” e recante varie disposizioni di modifica della disciplina sostanziale e processuale in materia di violenza domestica e di genere) sino alla l. 27 settembre 2021, n. 134 (la cosiddetta “riforma Cartabia”), contenente, tra l'altro, la delega al legislatore di prevedere una disciplina organica nella materia della giustizia riparativa. In tale quadro normativo, in costante evoluzione, la presente opera si pone l'obiettivo di dare analiticamente conto, da un lato, delle spinte modificative inerenti allo status della persona offesa alla luce delle molteplici sollecitazioni provenienti dalle disposizioni di rango sovranazionale; e, dall'altro, di riassumere la problematica del complesso delle facoltà processuali facenti capo al soggetto passivo del reato, colte in una prospettiva diacronica a partire dalla fase dello svolgimento delle indagini preliminari sino a quella del dibattimento di primo grado e ai giudizi di impugnazione.
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