Le due ondate depressive del nuovo millennio (l’una connessa alla crisi dei mercati finanziari, l’altra alla più recente pandemia) ripropongono in altra dimensione ed in altro contesto gli effetti della rivoluzione industriale della fine del settecento e degli inizi dell’ottocento.
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Il rapido progresso di allora fu insieme sommovimento ed infine soppressione dei modelli di Stato preesistenti, nonché di tutti gli equilibri geopolitici; esso generò nuove classi sociali e diverse povertà e produsse conflitti e compromissioni in una dialettica crescente tra libertà di mercato e regolazione. Ora, da oltre trent’anni, il mondo è entrato in una nuova rivoluzione, la terza, quella tecnologica; essa sta generando conseguenze a tutt’oggi ancora imprevedibili, determinando un forte disequilibrio globale, sovvertendo anzitutto le gerarchie dei capitalismi nazionali. [Dal primo capitolo]
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