La parabola del codice di procedura penale è racchiusa in questi numeri: 30 anni di vigenza, 1352 interventi di modifica, di media 45 all'anno, quasi 4 ogni mese, 1 alla settimana. La logica dei numeri è impietosa nel descrivere fedelmente un interessante caso clinico contraddistinto da precoce deperibilità ed elevata fluidità delle previsioni di legge.
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Le dimensioni abnormi del fenomeno, tuttavia, non ne spiegano le cause. Trasformazioni così profonde non possono compiersi solo attraverso alluvionali riforme o cicliche declaratorie d'illegittimità costituzionale, richiedono necessariamente una diversa allocazione dei poteri, l'abbandono della supremazia della legge in favore della prassi. Riordinare e rivisitare alcuni recenti studi su questo complesso tema è un po' come cercare di raccogliere le idee per trovare una prospettiva che vada oltre la semplice denuncia e che consenta all'interprete di imboccare finalmente la strada del giusto processo regolato dalla legge.
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