La verifica processuale delle ipotesi in cui la norma penale prevede l'elemento della 'speciale antidoverosità della condotta' - vale a dire della 'contrarietà a specifici doveri' che ne circoscrive la tipicità - ripropone in materie di estesa importanza pratica il rilevante problema della misura in cui il giudice, nell'interpretare elementi elastici di fattispecie, finisca con il ripercorrere un improprio procedimento di valutazione del 'fatto di reato', prescindendo, magari inavvertitamente, dal controllo e rispetto di suoi confini sufficientemente determinati. Una simile valutazione non poche volte rischia pure di risolversi, in concreto, nell'accertamento della sola intenzione criminosa dell'agente. Per offrire un contributo alla chiarificazione del tema il volume si occupa della ricerca dei criteri normativi ed ermeneutici utili nel definire il 'volto' materiale dell'illecito penale, tentando al contempo di profilare suggerimenti in una possibile prospettiva di riforma, allo scopo di garantire il rispetto dei principi di stretta legalità, materialità ed offensività dell'incriminazione, pur nella tensione verso un efficace contrasto a odiose forme di aggressione a beni fondamentali dei singoli e della collettività.
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