Con “Giurisdizione civile e straniero tra diritto nazionale, europeo ed internazionale” si propone una panoramica, anche se parziale, dell’attuale tensione che sta vivendo il nostro ordinamento giuridico, per il sempre più massiccio “ingresso” del diritto comunitario anche nella sua componente giurisdizionale.
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Si parte dalle requisitorie, che nell’interesse della legge, sono redatte dal Procuratore generale, in completa solitudine scientifica, professionale ed umana, servendosi della sua onestà professionale ed intellettuale, per il regolamento di giurisdizione, che presentino carattere, per così dire, di internazionalità, ma le cui argomentazioni restano ignote, limitandosi, per la maggior parte dei casi, come è noto, la decisione del collegio giudicante ad evidenziarne le conclusioni. Anche se le questioni sono trattate sotto il profilo della giurisdizione, si pone il rilievo che, ex actis, si è in presenza di una evoluzione giuridica, sia pure lenta, verso un diritto privato europeo, che anche nella sua terminologia essa si propone, talvolta, come dissonante per la dottrina e la giurisprudenza italiane. A tal fine, oltre il testo integrale della requisitoria, per ogni questione vi sono riscontri aggiornati di giurisprudenza interna ed europea, di suggerimenti dottrinari per cui il giurista – teorico e/o pratico – può valutare lo status quaestionis in ogni suo risvolto. In questa direzione “Giurisdizione civile e straniero tra diritto nazionale, europeo ed internazionale” intende evidenziare la faticosa marcia verso l’obiettivo di una codificazione uniforme nei vari Stati membri dell’Unione, avviata in modo deciso e sembra irreversibile non tanto dal legislatore comunitario, quanto dalla Corte di Giustizia, con una paziente normopoiesi, per cui, ritiene l’autore che la giurisprudenza “europea” ormai costituisce una autentica fonte del diritto anche italiano, ormai deprovincializzantesi se non già de provincializzato.
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