Gaspare Starace, cassiere maggiore del Banco dello Spirito Santo di Napoli, fu arrestato e processato dalla Gran Corte della Vicaria e dalla Real Camera di S. Chiara per spaccio di zecchini tosati (scarsi di peso), uso di bilancia e pesi truccati, abusivo esercizio di finanziamento, reati punibili con la pena di morte.
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La descrizione delle fasi e dei tempi dell'annoso processo ha richiesto il richiamo della legislazione sulle monete, sui banchi, di eventi storici, giudiziari e di cronaca collegati a coloro che, a vario titolo, si occuparono o ebbero a che fare con la vicenda giudiziaria. Un elenco nutrito: il re Carlo di Borbone, il capo del governo Gioacchino Montealegre, il ministro della Giustizia Don Bernardo Tanucci, i giudici, i testimoni, gli investigatori, gli avvocati, i carcerieri. Una folla di personaggi che si mosse per il palazzo e per Castelcapuano, secolare teatro di giustizia napoletana, in un sistema legislativo-giudiziario che di frequente l'autore confronta con quello attuale traendone conclusioni che il lettore giudicherà se giuste o non.
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