Le rilevanti novità giurisprudenziali che hanno interessato, negli ultimi anni, il riconoscimento agli effetti civili delle sentenze canoniche di nullità matrimoniale rendono necessario ritornare sul tema dei contorni della giurisdizione dello Stato sul matrimonio canonico trascritto.
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Da qui la decisione di aggiornare e ampliare il lavoro del 2013, ormai datato, e di modificarne leggermente anche il titolo originario (La giurisdizione dello Stato sul matrimonio “concordatario” tra legge e giudice) al fine di dare rilievo al ruolo centrale e sempre più creativo assunto dal giudice civile in materia. Peraltro, l’incisiva metamorfosi subita negli ultimi novanta anni dall’istituto del matrimonio c. d. «concordatario» merita di essere ulteriormente indagata, in quanto rivelatrice del mutevole atteggiamento del giudice e del legislatore nei confronti della Chiesa cattolica. Più precisamente, il lungo percorso, segnato da sparuti interventi legislativi e da una ricca e quantomeno variegata giurisprudenza costituzionale e di legittimità, rivela con particolare chiarezza, per un verso, le tappe che hanno segnato l’evoluzione dei rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica e, per altro verso, i sostanziali mutamenti dell’ordinamento interno allo Stato e della sua, sempre più evanescente, politica ecclesiastica sospesa tra irragionevoli privilegi e aprioristiche chiusure immotivate. L’idoneità di questo istituto ad assurgere al ruolo di «cartina al tornasole» dei rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica in Italia si giustifica se si tiene presente la centralità che esso aveva assunto nel percorso che ha condotto alla Conciliazione. Più precisamente, è indiscusso, che la nascita del matrimonio c.d. «concordatario» abbia rappresentato un tassello irrinunciabile e non negoziabile della Conciliazione tra lo Stato e la Chiesa nel 1929. [Dalla premessa]
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