Collins individua tre grandi tradizioni di pensiero nella storia della sociologia: di conflitto, durkheimiana e micro-interazionista. La prima, naturalmente, nasce con Marx. Tuttavia, secondo Collins, le teorie di Marx vengono riprese, approfondite e perfezionate da Max Weber. Questa è una tesi molto cara a Collins, che l'ha sostenuta in più occasioni.
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Va detto però che, dopo di lui, è stata fatta propria, anche se in una versione più attenuata, da un numero crescente di studiosi (i cosiddetti 'weberiani di sinistra'). La seconda tradizione sociologica nasce con E. Durkheim. Essa ha dato origine a due diverse scuole. Una scuola di 'macrosociologia', culminata nello struttural-funzionalismo di Robert Merton e Talcott Parsons. Una seconda scuola, di 'microsociologia', interessata soprattutto all'analisi dei meccanismi attraverso i quali i rituali sociali nei gruppi producono solidarietà. Il più famoso sociologo contemporaneo di questa scuola è Erving Goffman. La terza tradizione sociologica ha più di un padre fondatore. È riconducibile infatti da un lato a Peirce ed a James, dall'altro a Brentano ed a Husserl. I primi, i pragmatisti americani, hanno influito su Cooley, Thomas e Mead, ai quali si rifanno a loro volta i sostenitori dell'interazionismo simbolico. I secondi, i filosofi tedeschi, hanno influito su Schutz, che è il padre spirituale dell'etnometodologia e di altre scuole micro-interazioniste. Collins esamina queste tre diverse tradizioni in modo semplice e chiaro, presentando idee e connessioni originali ed intelligenti. Il suo è di nuovo un ottimo manuale di storia della sociologia.