Riesplorando la grande regione della sociologia positivista si avverte che, nonostante l'assiduo esercizio analitico, vi sono ancora passaggi densi di interesse, talora capaci di suggestioni innovative generali.
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La sociologia positivista incrocia la grandezza del tempo con la grandezza dello spazio, mettendo nel punto di intersezione l'uomo, chiamandolo a una visione cosmica e a una prassi conseguente. La nozione di vita penetra la realtà, sempre più ampia delle ristrettezze locali, mentre una ecologia radicale trasmette i suoi riflessi sull'epistemologia.
Nella configurazione "olistica" la sociologia positivista mette un'anima etica: così che nella sfida al divenire agita l'arma di una comunità di soggetti responsabili non solo dei loro simili ma di tutte le vite possibili, anche di quelle platonicamente "prigioniere della materia". La società diventa una maniera religiosa; ed è ridotta la potenza dell'uomo mentre aumenta il carisma del mondo. Comte, Spencer, Durkheim e Pareto offrono con le loro inesauste elaborazioni i dati per rimeditazioni critiche coerenti con i processi e i problemi odierni.