Con le competenze di un economista e la curiosità di un antropologo, Pierluigi Ciocca traccia una storia della diseguaglianza: dal Paleolitico ai Sumeri, dagli Etruschi all'Antica Roma, fino all'Età moderna e contemporanea. E mostra come ricchezza vs povertà sia una diade che per vie diverse - il potere, il bottino, il profitto - ha da sempre contrassegnato la vita dell'uomo.
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Oggi il divario tra ricchi e poveri è più profondo che mai. E la povertà estrema, diffusa anche nei Paesi avanzati, costituisce una piaga economica oltre che sociale e politica. Di fronte a questo dramma - e a una pandemia che ha tragicamente acuito squilibri e rivendicazioni - l'umanità non è però condannata alle divisioni che la turbano: decisivi saranno il ritorno alla crescita, gli interventi dello Stato e un diverso welfare state. In un'accezione immediata, intuitiva, povero è colui che non dispone delle risorse necessarie a soddisfare i bisogni essenziali. Ricco, al contrario, è colui che possiede denari, beni, sostanze e mezzi molto maggiori di quanto gli occorra per vivere in modo normale. Partendo da un'approfondita disamina storica, Pierluigi Ciocca affronta un tema sempre più attuale: le diseguaglianze, infatti, non sono solo un problema morale, ma anche un freno allo sviluppo.
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