Jean Bodin pone la prima pietra per la costruzione dello Stato moderno con una nuova idea di sovranità, punto più alto e coesivo di una sfera pubblica altrimenti amorfa, in due edizioni de "I sei libri dello Stato", la francese del 1576 e la latina del 1586.
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Esse solo in apparenza sembrano l'una la traduzione dell'altra, ma in realtà, lette insieme, nei molteplici rimaneggiamenti, sfumature, tagli e integrazioni rivelano l'evoluzione del pensiero bodiniano e la sua maturità nel rispondere alle esigenze del tempo. Due versioni in cui si addensa tutta la tradizione teologica, filosofica e giuridica medievale, ma che nel contempo introducono molteplici nuovi elementi, edificando così una trama d'idee destinata a reggere una teoria complessa, qual è quella dell'ottimo Stato e dei suoi fondamenti in un'epoca di passaggio che ha scardinato vecchi sistemi di dominio.
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VAN00@Biblioteca del Dipartimento di Giurisprudenza