“L’analisi dei problemi che l’introduzione delle nuove tecnologie digitali pone al diritto del lavoro richiede una preliminare delimitazione dell’ambito di ricerca. Il presente studio si propone, in particolare, di soffermarsi sugli effetti che l’innovazione tecnologica produce sull’organizzazione del lavoro e, conseguentemente, sulle modalità di esecuzione della prestazione di lavoro subordinato.
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L’indagine si colloca, pertanto, nell’area del contratto individuale di lavoro e intende analizzare il complesso delle norme che lo stato e l’autonomia collettiva elaborano per regolarne il sottostante rapporto, al fine di individuare le potenzialità, ma anche le criticità, che tale disciplina - legale e negoziale - evidenzia. Più precisamente, a suscitare interesse e stimolare la riflessione è lo smart working, una modalità di organizzazione del lavoro e, conseguentemente, di esecuzione della prestazione lavorativa, comunemente definita – sia pure con qualche approssimazione, come si vedrà - come la possibilità di svolgere il lavoro ovunque e in qualsiasi momento (anywhere and at anytime), con l’ausilio delle nuove tecnologie di informazione e di comunicazione, in particolare i dispositivi mobili (smartphone, tablet, computer portatile, etc.).” (Dalla Premessa)
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