Tema antico e per molti aspetti tra i più suggestivi del diritto sindacale, la categoria ritorna periodicamente nel dibattito dottrinale e all'attenzione della giurisprudenza, specialmente nelle fasi in cui i processi di trasformazione delle relazioni industriali agiscono con maggiore incisività e rapidità.
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Lo studio muove da un orientamento consolidato da decenni nell'ordinamento giuridico, secondo il quale la definizione del campo di applicazione dei contratti collettivi è espressione diretta del principio di libertà sindacale, sancito dall'art. 39, comma 1°, della Costituzione. Su queste basi, il lavoro si articola in tre direzioni. In una prima prospettiva - interna alle relazioni industriali - si sofferma sul fenomeno della sovrapposizione tra gli ambiti di applicazione dei contratti collettivi e sui tentativi delle parti sociali di darvi risposta. Prendendo in considerazione l'ipotesi di un intervento legislativo sul sistema sindacale, si interroga su quale equilibrio tra libertà sindacale e certezza giuridica possa considerarsi adeguato, nella definizione delle categorie contrattuali. Infine, prospetta una soluzione a una questione discussa per anni dalla dottrina e dalla giurisprudenza: in presenza di una pluralità di contratti collettivi con ambito di applicazione sovrapposto, è possibile selezionarne uno soltanto, da utilizzare come parametro nei casi di rinvio dalla legge alla contrattazione collettiva?
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VAN00@Biblioteca del Dipartimento di Giurisprudenza