Il volume contiene una raccolta di scritti sul sindacato dei giudici costituzionali in merito alle lacune e omissioni, parziali o totali, del legislatore. I saggi sono scritti in varie lingue: i contributi delle curatrici sono in italiano, mentre gli altri saggi sono stati scritti in spagnolo (Argentina, Ecuador, Messico e Perù) e inglese (Brasile).
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Il volume si rivolge a studiosi e a pratici del diritto che vogliano approfondire, sulla base della comparazione tra tradizioni europee ed esperienze latino-americane, i riflessi che questa competenza delle Corti costituzionali può avere sugli equilibri tra poteri e, in particolare, sull’inerzia del Parlamento. Nell’analisi dei contesti europei e di quelli latino-americani, gli studiosi hanno evidenziato il ricorso, da parte dei giudici costituzionali, a strumenti decisori “atipici” in grado di colmare lacune e omissioni del legislatore. Se in Europa si è percepita una certa preoccupazione nel rispettare i confini dell’attività giudiziaria (rispetto alle prerogative del Parlamento), oltreoceano, gli equilibri tra poteri sono stati spesso sacrificati in nome di trasformazioni sociali che hanno impegnato i giudici in un ruolo politico di tutela dei diritti e delle libertà costituzionali. In entrambi i casi, davanti ai silenzi del legislatore, la forza normativa della Costituzione è stata chiamata a fronteggiarsi con la debolezza dei parlamenti europei e con l’attivismo politico dei giudici latino-americani. Sono presenti contributi in lingua spagnola.