L’Unione europea, nel triennio passato dalla pubblicazione della prima edizione, ha subito un frenata inaspettata dal referendum britannico che ha decretato il leave del Regno Unito, lasciando nella squadra europea la sola Irlanda.
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La frattura, che formalmente si realizzerà nella primavera 2019 dopo il prescritto periodo di Brexit negotiations, ha prodotto negativi effetti economico-finanziari interni all'UK, ma soprattutto si è abbattuta sulle già fragili Istituzioni europee, inducendo nuovi o latenti rigurgiti nazionalistici anche in numerosi altri paesi membri dell’Unione. Le ondate migratorie hanno favorito l’emergere di questi nazionalismi che si sono tradotti in un forte apprezzamento dei partiti c.d. sovranisti, sostenitori dell’idea di un’Unione Europea minimalista e flessibile, dotata di poteri residuali di indirizzo e sorveglianza economica e di competenze regolative e sanzionatorie più limitate e circoscritte. Tale scenario politico, unitamente ad uno scenario economico ed industriale di crescita ed innovazione tecnologica più contenuto rispetto a quello registrato in altre parti del mondo, ha determinato un rallentamento delle politiche sociali europee e delle correlate iniziative sia di hard sia di soft law, con un progressivo ripiegamento delle stesse entro i confini già definiti e sperimentati (con alcune importanti eccezioni quali la nuova direttiva sul distacco transnazionale n. 2018/957/UE del 28 giugno 2018). Ciò peraltro non elide la necessità ed utilità di questa nuova edizione poiché numerosi sono stati gli interventi manutentivi e/o manipolativi sia da parte del Parlamento e della Commissione europea sia da parte della Corte di Giustizia, di cui si è dato puntualmente e diffusamente conto. Anche sul versante interno le modifiche legislative, giurisprudenziali e di prassi amministrativa sono state numerose – da ultimo il c.d. decreto dignità (d.l. 12 luglio 2017, n. 87, convertito dalla l. n. 96/2018) ed il decreto di adeguamento privacy (d.lgs. 10 agosto 2018, n. 101) –, rendendo indispensabili non solo un’articolata revisione ed aggiornamento delle misure attuative, ma anche l’inserimento di tre nuovi capitoli dedicati all'immigrazione, ai licenziamenti individuali e alla privacy del lavoratore.