"Riflettere sulla cittadinanza significa «richiamare il rapporto giuridico fondamentale che lega l’individuo all’ordine; sia l’ordine politico sia l’ordine sociale, in un equilibrio tra politico e sociale variabile secondo le culture giuridiche e i tempi storici».
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Questa affermazione di Azzariti, in apertura al suo saggio 'La cittadinanza', contiene aspetti decisivi attinenti a tale figura: il legame tra l’individuo e la comunità; il nesso tra l’individuo e l’ordine costituito; la relazione tra il cittadino e lo straniero; la dimensione storica dei rapporti. A ben riflettere, indagare sulla cittadinanza significa, in ultima analisi, porsi il problema della convivenza civile; come scrive Enzo Bianchi: «è comunque indubbio che [...] dobbiamo ripensare alle categorie della cittadinanza, della stranierità, dell’ospitalità, non come mero esercizio dialettico o come astratti sistemi giuridici, ma come riflessione sul senso della nostra convivenza civile , sull’orizzonte che vogliamo dischiudere alla nostra società, sulla qualità della nostra vita e di quella delle generazioni a venire». L’indagine storica consente di contestualizzare la figura della cittadinanza nelle diverse epoche e a seconda delle forme istituzionali (poi statali) che si sono succedute nel corso del tempo, rifuggendo da tendenze dogmatiche e formalistiche. «Insomma, ogni forma di stato, ogni ordinamento giuridico concreto, definisce una sua specifica forma di cittadinanza»." (dall'introduzione)
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