Il d.l. 18 febbraio 2015, n. 7, convertito con modificazione dalla legge 17 aprile 2015, n. 47, mira a potenziare i meccanismi di contrasto al terrorismo internazionale. Accanto alle organizzazioni e ai networks del terrorismo internazionale, che paiono oggi essere radunati sotto l'insegna del c.d. Stato Islamico, a preoccupare il legislatore italiano ed europeo è anche - il fenomeno dei c.d.
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"lupi solitari", soggetti convertitisi a titolo individuale alla causa del fondamentalismo islamico, disposti a immolare la propria vita nel compimento di azioni terroristiche pianificate in proprio. Il nuovo "pacchetto" antirerrorisrno si muove, soprattutto in quest'ultima prospettiva, su diversi fronti. Anzitutto, potenzia il versante della prevenzione, sia sul piano dei poteri dell' intelligence, sia attraverso una variegata gamma di strumenti, sostanziali e soprattutto "processuali", che, peraltro, impongono vistose limitazioni dei diritti fondamentali. Incentiva, poi, le misure di contrasto in rete, anche se talora in modo non sempre adeguato. E prevede per la prima volta una centralizzazione delle indagini in materia di terrorismo in capo al Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. I saggi raccolti in questo volume analizzano luci e ombre che caratterizzano questo nuovo intervento legislativo.
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