Numerosi sono stati gli studi e i contributi dedicati alla normativa degli anni 1938-1945, ma il presente volume si propone di analizzare, sotto forma di analitico saggio storico, in particolare le 'leggi della vergogna' che, muovendo dalla negazione radicale di quelle regole basilari e punto di partenza della legislazione di ogni paese civile, hanno scosso le fondamenta dell'ordinamento giuridico italiano dell'epoca. Oggetto d'indagine dell'opera sono, perciò, le leggi razziali, vale a dire le leggi emanate contro gli ebrei, ma anche quelle riguardanti il trattamento dei cosiddetti nativi delle colonie africane dell'Italia. Leggi al servizio dello Stato, proposte e scritte da un nugolo di 'giuristi di regime', disponibili a tradurre in un linguaggio 'tecnico' le direttive del partito. Nonostante l'agevole accessibilità delle leggi antiebraiche, è sembrato inoltre opportuno, per comodità del lettore, pubblicare in Appendice i principali decreti e leggi razziali.