Caso unico in Italia, nelle Due Sicilie l'ordinamento giudiziario riformato dai francesi fu conservato dai Borbone. Il "mestiere di giudice" si svolse nel segno del dialogo tra il modello originario e la sua versione locale.
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Questo studio ricostruisce le vicende dei magistrati passati dai tribunali di diritto comune alla "monarchia amministrativa"; la riflessione che impegnò la classe dirigente sulla relazione fra istituzioni statali e società. Emergono i tratti peculiari sviluppati dalla magistratura napoletana tra due rivoluzioni, dal rapporto con la sovranità alla concezione della funzione giudiziaria, in una costante tensione fra il valore della formazione specialistica e la pressione di un organico sempre più burocratico.
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