La costruzione di nuovi centri parrocchiali nella Torino del cardinale Pellegrino (1965-1977) è un capitolo poco studiato dell'architettura sacra in Italia.
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Capisaldi di questo racconto sono l'operato di padre Michele Pellegrino, protagonista del Concilio Vaticano II poi arcivescovo di Torino, e il capoluogo piemontese negli anni che furono al culmine dell'industrializzazione e dell'espansione urbana. Il fenomeno quantitativo, la localizzazione e la progettazione d'urgenza dei complessi religiosi sono una conseguenza della politica urbanistica della città. Si tratta di edifici di culto la cui morfologia non è solo l'esito di un progetto architettonico, ma il risultato di un confronto tra il rinnovamento liturgico ecclesiastico e le trasformazioni del mondo secolare. Il volume racconta una storia basata su testimonianze non soltanto grafiche e narrative. Le chiese stesse sono testimonianza materiale di una storia che si è ripetuta più volte nella periferia torinese. Analizzarle una ad una ha garantito la ricostruzione di un iter progettuale che è stato condizionato da quelle motivazioni culturali, simboliche ed economiche, talvolta conflittuali, generatesi all'interno della Curia come specchio di quel fenomeno di industrializzazione e urbanizzazione che si era manifestato nella città di Torino.
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