Un profondo malessere assedia oggi l'Unione Europea. In questi anni i suoi assetti interni sono stati posti a dura prova dall'incalzante crisi economica "globale". E sotto la spinta delle rivolte del Maghreb anche lo spazio di Schengen ha iniziato a scricchiolare.
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La libera circolazione delle persone e la moneta, le due più ambite conquiste dell'Unione, sono oggi entrambe in pericolo. Per la prima volta dalla sua fondazione il fallimento dell'Unione Europea non è più soltanto un'ipotesi immaginaria. Nell'arco di poco tempo, tutte le ambiguità e tutte le contraddizioni che avevano, in passato, plasmato il processo di integrazione sono venute improvvisamente allo scoperto: un'unione politica senza politica, una moneta senza Stato, una forma di governo senza governo, una democrazia senza demos, un patto di stabilità che non garantisce stabilità. L'Europa è oggi di fronte a un bivio: continuare a essere un opaco luogo di intese tecnico-normative (fra élites, giudici, poteri economici, lobbies finanziarie, governi) oppure voltare finalmente pagina, provando a rilanciare su basi democratiche il processo di integrazione. Prefazione di Gonzalo Maestro Belga.
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