Vincenzo Marulli (1768-1808), intellettuale napoletano di formazione illuminista, è figura poco indagata dalla storiografia, sebbene sia autore di scritti fra i più interessanti della cultura architettonica italiana dei primi anni del XIX secolo.
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Tali trattati, al di là dell'oggettiva rilevanza che rivestono nella manualistica architettonica, costituiscono così un documento della resistenza che seppe opporre alla corte borbonica - per Croce "espressione massima dell'oscurantismo internazionale" - la parte migliore della cultura napoletana, sospesa tra il lascito della stagione riformatrice illuminista e la tensione morale e progettuale con la quale si prefigurava il volto di una città moderna che fosse specchio di una società laica, progressista e liberale.
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