Perché ancora un libro sull'Italia e la Seconda guerra mondiale? Perché l'utilizzo di nuovi strumenti interpretativi ha permesso di dare un senso diverso alla trama degli eventi. Gli autori muovono da tre elementi fondamentali.
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In primo luogo, il tema della continuità strutturale della società italiana, basata anche sulle solide relazioni esistenti con gli Stati Uniti almeno dalla Prima guerra mondiale e sulla ripresa delle relazioni con l'Unione Sovietica. In secondo luogo, il ruolo che il nostro paese ebbe come incubatore della guerra fredda: campo di un duro scontro fra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna per il dominio del Mediterraneo, ma soprattutto terreno di contrasto per la definizione delle aree di influenza nel dopoguerra fra le potenze occidentali e l'Urss. Infine, terzo elemento, il ruolo di Palmiro Togliatti come protagonista del processo di normalizzazione della vita italiana. La leggenda della svolta di Salerno viene di solito presentata come il momento che segnò la svolta della politica italiana verso la nascita di un sistema politico pluralistico e democratico. In realtà, come rivela il libro, le intenzioni di Togliatti erano diverse: l'Unione Sovietica già nel dicembre 1944 aveva stabilito con il governo italiano un contatto nel quale erano state poste le basi non solo per la fine dell'isolamento internazionale dell'Italia ma anche per predisporre la forma e i contenuti del ritorno di Togliatti.