Per Smith la società non nasce dall’egoismo o dall’aspettativa di guadagno, bensì dalla simpatia, dalla benevolenza e dall’amore di sé. Passioni che consentono stabilità e coesione: il limite all’attività economica coincide con la trama più ampia della condotta sociale virtuosa.
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Solo questa logica consente ai moventi individualistici di dispiegare i propri effetti benefici in un orizzonte di reciprocità. Una concezione della vita e della felicità che costituisce un significativo lascito dell’illuminismo scozzese alla cultura successiva. Un breviario laico di etica, presentato qui con rigore filologico e curato da uno dei massimi esperti italiani di filosofia moderna.