La mostra ha inteso ripercorrere le tappe della progressiva affermazione nell’area veneta degli artisti napoletani attivi nella fase di transizione dal Barocco all’Arcadia.
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Sulla scorta degli ultimi studi sul collezionismo veneto, che attraverso la rilettura degli inventari delle famiglie nobili hanno portato a riscoprire l’interesse di collezionisti e committenti per i maggiori interpreti della pittura barocca napoletana, sono state riesaminate le fasi di intensificazione dei rapporti tra Napoli e Venezia, che misero in moto un fruttuoso interscambio, favorito dalla mediazione di autorevoli nuclei familiari, i Lumaga e i Correggio, ma anche di figure influenti nel mercato dell’arte, quali il Giogalli e il Samueli. Ad un’analisi preliminare del fenomeno segue una complessa rete di riferimenti che consente di verificare come al successo del Ribera, del Preti e del Giordano nel Seicento, seguirono, nel secolo successivo, le proposte del Solimena e del De Matteis che, sebbene di diverso orientamento, trovarono ampio consenso.
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