La morte della protagonista di "Io e Dio", sopravvenuta in un bel pomeriggio d'autunno, è l'occasione per una sorta di regolamento di conti con l'Essere Supremo.
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La narratrice abbandona il mondo terreno con la più classica delle dipartite: "I miei familiari erano lì, accanto a me, le loro gote erano bagnate di lacrime, riunii le ultime forze per sorridere, pronunciai le parole d'addio che avevo scrupolosamente messo a punto nel corso della breve malattia, poi la mia anima si elevò al di sopra del letto: mi guardai e fui soddisfatta". La scrittrice e psicanalista Jacqueline Harpman compare a pieno titolo fra le più prolifiche, vivaci e irriverenti figure della letteratura belga contemporanea.