Napoli entra da protagonista nella storia della scienza di questi ultimi secoli, da Galilei ai giorni nostri, oppure in una veste gregaria? Gli autori analizzano la questione nel contesto di un affresco sulle vicende dell'astronomia nel Mezzogiorno e soprattutto nella sua capitale, dai primi timidi passi dei naturalisti attraverso la storia dell'Accademia e dell'Osservatorio di Capodimonte. Essi individuano i fattori socioculturali che, allora come oggi, sono stati la causa di una scarsa o inefficace partecipazione del Meridione alla scienza moderna, frenando l'espressione di un'intelligenza così vivace, invece, nell'arte e nelle attività umane. Dall'analisi emergono comportamenti, attitudini e limiti che - sostengono gli autori - anche per la loro immutata attualità pare interessante approfondire e comprendere, soprattutto in tempi difficili, segnati da una profonda crisi dei valori e da una forte perdita dell'identità culturale.
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