"Bella da impazzire, da morire, da mozzare il fiato, uno schianto..." Da sempre il senso comune conosce l'angoscia della bellezza. Stranamente però quest'emozione universale non è mai stata guardata in profondità. Un'enigmatica esperienza arcinota.
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Quale turbamento ci rende veggenti e ciechi? Il coraggio di Venere indaga il tema - negli affetti, nel lavoro, nelle scelte decisive, negli incontri -mostrando come solo raramente siamo capaci di conver-tirci ali'ardimento dell'amore totale, e come l'angoscia che ci affascina e ci fa disertori possa essere sofferta e superata con l'espansione di se stessi. L'attenzione spazia dalle crisi personali alla crisi della società, fino a ipotizzare una "rivoluzione della bellezza" come impresa necessaria per non sprecarsi in una vita mancata. E per inventare nuove forme di esistenza. L'originalità del discorso si riflette anche nella forma adottata: un dialogo in dieci giornate tra l'autore e una donna - Elena - sul nostro presente, in modo da aiutare (o costringere?) il lettore a guardare se stesso per scoprire e attivare le risorse sopite.