Nel nostro sin troppo ordinato Parnaso novecentesco, nessuna presenza si manifesta con la spettrale e sfrecciante, segreta, sempre squassante vitalità di Emilio Villa. Il cui maggiore studioso, Aldo Tagliaferri, ripropone l'unico suo testo che mai sia approdato a un grande editore.
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Fu nella collana «Materiali» di Feltrinelli che uscì nel 1970, infatti, Attributi dell'arte odierna: in forma, però, mutila. Quasi quarantanni dopo, ecco finalmente completa quella "mitica" pubblicazione: nel primo dei due tomi sono fedelmente riprodotti gli indimenticabili testi sulle più grandi esperienze artistiche del secolo (da Fontana a Burri, da Pollock a Rothko e Twombly), nel secondo si recuperano quelli che Villa avrebbe voluto aggiungervi (su esperienze del calibro di Rotella, Schifano, Scialoja e Parmiggiani). «... questo poco è solo e tutto quel che è accaduto, qui, di vita generosa, di spalancata Alleanza: dove filologia, storia critica burocrazia quando vi metteranno le mani, paralitiche, troveranno soltanto il nostro provocatorio, illimite, Niente»