La cultura occidentale è vissuta per molto tempo con il mito di una pittura greca scomparsa, sopravvissuta solo grazie alle testimonianze degli antichi scrittori e grazie alle copie di epoca romana.
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Gli scavi archeologici condotti da oltre una trentina d'anni nel Nord della Grecia, in quello che fu il regno di Filippo Il il Macedone e di suo figlio Alessandro Magno, hanno rivoluzionato le conoscenze in quest'ambito. Oggi, con le moderne indagini scientifiche, è possibile identificare i pigmenti utilizzati dai pittori, di chiarire le tecniche artistiche che permisero l'ottenimento di una vasta gamma di effetti pittorico-luministici, con sovrapposizioni di pennellate o con la giustapposizione di tocchi di colore. Queste pitture funerarie permettono di valutare il grado di bravura degli artisti greci attivi alla seconda metà del IV secolo, ammirandone l'uso del chiaro-scuro, gli accorgimenti ottici sviluppati e adottati per rendere la sensazione della prospettiva. Edizione in lingua francese.
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VAN07@Biblioteca del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali