"Chi legge le pagine che seguono ha davanti a sé quanto il professor Antonio Manzo ha ritenuto di presentare come ciò che è più vivo nella sua produzione scientifica, ragione per cui non ho bisogno di soffermarmici: ma alcune considerazioni sono necessarie, per mettere in luce che cosa ha voluto dire per Tonino “lavorare”.
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È giusto dire che le pagine più intelligenti, più acute sono quelle cui egli si è dedicato per un senso personale del problema filologico o critico, che nasceva sempre dalle sue profonde doti d’interprete. Ma si deve anche dire che Tonino non si è mai discostato dal dovere di partire dal testo antico, di leggerlo e rileggerlo e così approfondire la consapevolezza, direi la coscienza, di che cosa il suo autore voleva dire. E l’insegnamento di Lingua e Letteratura Latina in Cattolica venne come un riconoscimento di quanto era il merito di uno studioso d’alta serietà". (Mario Nassa)
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