Con l'espressione public art ci si riferisce ad attività di commissione, a pratiche artistiche e a un campo di ricerca che hanno fatto dello spazio pubblico il luogo privilegiato di intervento. Qui l'arte punta a stabilire una comunicazione diretta tra artista e fruitore al di là di ogni mediazione colta in una prospettiva che allarga insieme scena e pubblico dell'arte.
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A partire dagli anni '70 commissioni di arte pubblica, largamente presenti in Europa e su tutto il territorio degli Stati Uniti, hanno diffusamente portato opere d'arte negli spazi urbani di grandi, medie e piccole città. La public art è divenuta quindi un campo molto vasto che arriva a definire una possibile zona di co-progettazione fra l'arte, l'architettura, l'urban design, il landscape e l'interaction design. Analizzando testi teorici, esperienze d'artisti e committenze, l'autrice ripercorre l'arte pubblica nelle sue tappe storiche e critiche fondamentali: il monumento come opera astratta collocata nello spazio urbano; il site-specific degli anni '60,che ritrova il nesso mancante con il luogo; le pratiche artistiche che dagli anni '80 ad oggi hanno messo al centro il rapporto con il pubblico. Queste si scindono fra ruolo militante dell'artista sul territorio conflittuale delle trasformazioni sociali e utilizzo dell'arte pubblica come motore d'intrattenimento e attrazione economica in grandi progetti di riqualificazione urbana.
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