I Trionfi del Petrarca ora a Kassel, il Messale di Domenico della Rovere a Torino, l'Offiziolo Durazzo a Genova, il San Quintino trafugato da Napoleone ora al Louvre: tre codici, una pala, quattro tappe ben distinte della parabola notevole dell'artista parmense, una personalità della storia dell'arte italiana praticamente dimenticata, un artista difficile ed elusivo.
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Eppure l'opera del Marmitta fa sicuramente parte dei tesori della miniatura italiana e si colloca in primo piano tra gli stupendi codici che, tra il Quattro e il Cinquecento, vennero commissionati ad artisti molto ricercati. In questa monografia cinque storici dell'arte scrutano la sua pesronalità.
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