A cavallo tra XVI e XVII secolo la Chiesa romana si impegnò in un vigoroso programma di rinnovamento e di riforma, che aveva il duplice scopo di arricchire la vita spirituale dei propri fedeli e di lanciare un'energica campagna contro la Riforma protestante.
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All'interno di questo programma un ruolo centrale svolsero il rinnovamento e la decorazione degli edifici sacri di Roma, soprattutto delle sue venerabili basiliche paleocristiane. La rivitalizzazione di strutture che erano andate decadendo, infatti, forniva un segno tangibile del processo di rilancio del cattolicesimo post-tridentino, oltre all'opportunità di confutare le dottrine dei protestanti attraverso programmi decorativi di carattere polemico. L'arte dei papi offre un'analisi originale e dettagliata del significato storico della politica papale in campo architettonico e figurativo, basandosi in particolare sulla vicenda di Santa Maria Maggiore, che papi come Sisto V e Paolo V vollero trasformare nel più imponente e complesso monumento costruito nella città eterna durante la Controriforma, senza precedenti quanto a dimensioni, ricchezza della decorazione e molteplicità di funzioni.
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