La definizione che i più antichi dizionari danno del ritratto è semplice: "una figura cavata dal naturale". Ma la semplicità di questa definizione è solo apparente. Già all'inizio del XV nasce una controversia che dall'Italia si irradia anche all'esterno e perdura fino a tutto il XVIII secolo.
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Da un lato si esalta il valore memoriale o mimetico del ritratto, dall'altro se ne criticano le implicazioni sociali, filosofiche, morali o religiose. Rileggendo documenti storici, testimonianze e testi spesso poco noti, e tracciando una mappa delle opere pittoriche, l'autore sottolinea come il ritratto sia il nodo di una vera e propria filosofia dell'individuo in cui i soggetti sono due: l'artista che ritrae e il modello che, facendosi ritrarre, si autorappresenta.
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VAN07@Biblioteca del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali