Respingendo la metafisica contemporanea, che continua a descrivere la mente e il mondo "dal punto di vista di Dio", l'autore privilegia un atteggiamento pluralista, secondo il quale la filosofia non è un metodo sistematico chiuso, ma una pratica umana intimamente legata alla vita reale.
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Né la filosofia né la scienza possono ridursi alla descrizione di un mondo "pronto per l'uso". Come emerge nella seconda parte del volume, il contesto umano in cui esse operano è un mondo di valori animato da imprescindibili giudizi etici ed estetici. Altrettanto cruciale è la dimensione storica, sottolinea Putnam nella terza parte del volume, dove si richiama alla tradizione filosofica americana e a figure come James, Pearce, Quine e Goodman.
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