Il testo di Gernot Boehme risponde magistralmente all'esigenza tanto diffusa quanto disattesa di superare la tradizionale identificazione dell'estetica con la filosofia dell'arte.
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Perché mai, infatti, l'estetica dovrebbe occuparsi principalmente, o esclusivamente, di arte? Invece l'estetica intesa come teoria generale della percezione sensibile fa da sfondo a questo libro, che propone di ripensare esteticamente quale possa e debba essere un equilibrato rapporto dell'uomo con il proprio ambiente, spesso esito di progettazione o di manipolazione tecnico-scientifica. La Nuova Estetica sposta la propria attenzione dall'arte ai modi in cui la realtà ci appare e influenza i nostri stati d'animo. In questo modo, oggetto dell'estetica diventano sia le atmosfere, intese come quei sentimenti che l'uomo incontra prima di qualsiasi percezione specifica, sia il modo in cui l'uomo le sente e le recepisce, sia il modo in cui è possibile generare professionalmente tali atmosfere (architettura, arredamento, luminotecnica, design, tecnica scenografica, cosmetica, musica d'ambiente ecc.). Il testo offre quindi un'acuta analisi critica dei processi, spesso occulti, di manipolazione (politica, mediatica, pubblicitaria ecc.) della nostra sensibilità, in particolare nello stadio tardo capitalistico che tende a privilegiare il valore della messa in scena rispetto a valori più autentici.
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VAN01@Biblioteca del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale
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BIBLIOTECA DEL DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA E DISEGNO INDUSTRIALE