Gli ultimi decenni hanno visto una forte espansione del potere giudiziario che risulta particolarmente accentuata in Italia, soprattutto nel settore penale. Questa tendenza può ricondursi all'evoluzione del costituzionalismo contemporaneo, il cosiddetto "nuovo costituzionalismo" con la sua enfasi sui diritti e la loro tutela.
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Si sono così affermate concezioni del ruolo giudiziario che vedono il giudice - e sempre più spesso lo stesso pubblico ministero - come un guardiano dei diritti, posto al di sopra degli altri "poteri". I contributi del volume - di autori differenti per origini, formazione e posizione istituzionale - affrontano il tema della diffusione di queste concezioni all'interno della magistratura, offrendo una panoramica dei fattori che la determinano: dal contenuto dell'insegnamento universitario e nelle scuole forensi ai tirocini dei laureati svolti presso gli uffici giudiziari, al ruolo crescente dei processi di socializzazione all'interno della magistratura (la nuova Scuola superiore della magistratura), all'influenza del CSM.
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VAN00@Biblioteca del Dipartimento di Giurisprudenza