Il testo da un lato si interroga su come si è potuta costituire la medicina moderna, che cosa ha dovuto rimuovere del sapere tradizionale e su quale base ontologica si è sviluppata.
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Dall'altro fornisce indicazioni operative sviluppando concetti come "cura narrativa", ridefinendo la relazione di cura e, nell'ultima parte, affrontando i temi della neuroriabilitazione, intesa come un rendere di nuovo abili ad abitare un mondo differente e un riaprire l'esistenza al possibile. L'idea centrale è che la malattia disgrega una precedente identità, ma rappresenta un fatto dell'esistenza e non la fine della vita: nella malattia c'è ancora da vivere e anche quando non si può "aggiustare" si può sempre "curare". Un compito che implica una cooperazione tra i diversi operatori: medici, terapisti, psicologi.
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VAN00@Biblioteca del Dipartimento di Giurisprudenza