Alla crescente difficoltà di riconduzione a sistema del diritto del lavoro fa da contraltare una duplice tendenza ascrivibile rispettivamente alla Corte costituzionale e all’Unione europea.
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Sotto il primo profilo, deve segnalarsi soprattutto l’opera di bonifica costituzionale assunta dalla Consulta nei confronti della legislazione del 2012 (“Legge Fornero”) e soprattutto del 2015 (“Contratto a tutele crescenti”): opera all’esito della quale il regime dei licenziamenti illegittimi emerge come un campo “sminato”, da ricostruire ex novo, da risistemare, o da ripristinare, a seconda delle diverse opzioni di politica del diritto. Quanto al diritto uni-europeo, dopo le fasi delle direttive di armonizzazione, poi di quelle sociali, poi della soft law, sembra aprirsi una nuova fase, in cui l’agenda è dettata dalle tecnologie digitali e dall’intelligenza artificiale. Queste sollevano nuovi rischi per la controllabilità e per la prevedibilità del lavoro: rischi ai quali il diritto europeo pone, per il momento, l’usbergo del diritto dei lavoratori alla informazione e comunicazione degli elementi contrattuali.
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