Nei suoi appunti per le lezioni al Collège de France, Merleau-Ponty impartisce una svolta decisiva alla sua riflessione sul rapporto tra fenomenologia e ontologia.
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A partire dalla nozione di “istituzione”, il pensatore francese indica, in ambiti molto diversi – che vanno dall’arte alla matematica, dalla vita sentimentale alla cultura –, quegli eventi capaci di dotare l’esperienza di dimensioni durevoli, vale a dire di una fecondità che darà luogo ad un seguito unitario, ad una storia. Nelle trascrizioni de Il problema della passività, invece, Merleau-Ponty si dedica a quelle flessioni della vita cosciente – come il sonno, il sogno, la memoria e l’inconscio – che apparentemente si distinguono dal modello istituente. Attraverso questi fenomeni liminali, che condizionano il corso della nostra esistenza, il filosofo descrive una modalità di appartenenza al mondo più primitiva rispetto all’attività del pensiero e che si realizza mediante la nostra presenza corporea. Questo libro ci rende quindi consapevoli della natura avventurosa della ricerca fenomenologica merlopontiana. Il pensiero di Merleau-Ponty non cessa infatti di esercitarsi e, a volte, sembra addirittura scoprirsi nel contatto con gli altri ambiti del sapere.
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VAN00@Biblioteca del Dipartimento di Giurisprudenza